masa lalu nami

A cura dei Marines
Il flashback di Nami compare nel nono volume e copre 3 capitoli.
Nami nasce il 3 luglio di 18 anni fa in un luogo a noi ignoto, molto pr
obabilmente nel Mare Orientale. La sua vita alla nascita è un mistero: la prima apparizione avviene in un villaggio distrutto (presumibilmente il suo villaggio natale) quando lei ha ancora un anno. Viene salvata da una bambina di tre anni di nome Nojiko, che di fronte alla distruzione della città e ai morti, vaga nella speranza di sopravvivere.
E’ proprio il pianto disperato di Nami a salvarle entrambe: viene udito da Bellmer, una coraggiosa ragazza originaria del villaggio di Coco, arruolatosi da qualche anno in Marina. Quel giorno Bellmer decise che la sua vita da Marine era finita e portò così le due bambine nel suo villaggio per allevarle come sue figlie, nonostante fra le tre non ci sia alcun vero legame di sangue.
Forza, coraggio e bontà d’animo, caratteristiche insite nel profondo di Nami, le sono state trasmesse dalla gente di quel piccolo villaggio che l’ha accolta e amata. Già da piccola Nami ha ben chiaro il suo sogno: vuole disegnare la cartina del mondo e mappare tutte le zone sconosciute: Bellmer è entusiasta della passione della piccola e la incoraggia con molta energia.
La vita di Nami da quel momento è felice, in Bellmer trova una madre energica e sognatrice come lei che la ama come se fosse davvero sua figlia, ma contemporaneamente la costringe a piccoli furtarelli per via del poco denaro di cui dispone la sua famiglia: essa dipende completamente dal reddito della piantagioni di mandarini della madre ed è quindi molto instabile.
Costretta ad indossare i vestiti riadattati della sorella e dispiaciuta dai digiuni della madre a causa della mancanza di cibo, un giorno si arrabbia rimpiangendo di non essere stata adottata da una famiglia più ricca.
Scappata di casa si rifugia a casa di Genzo, lo sceriffo di Coco responsabile della sicurezza del villaggio.
Questi spiega a Nami che il rapporto che esiste fra lei, Nojiko e Bellmer è qualcosa che va oltre il semplice legame di sangue: racconta di come il loro incontro contribuì a cambiare la vita della Marine dandole la forza di continuare a vivere, nonostante avesse deciso di farla finita a causa delle ferite. Colpita dal racconto Nami decide di ritornare a casa per fare pace con la madre, contemporaneamente a Nojiko che, per ubbidire a Bellmer (la quale le ha raccontato lo stesso racconto che Genzo ha raccontato a Nami), si reca per il villaggio alla sua ricerca.
La pace del villaggio di Coco però è destinata a finire. Proprio in quel momento infatti giunge la terribile ciurma degli uomini pesce comandata da Arlong e inviata da Jimbei, che decide di prendere il controllo del villaggio e di tutti i luoghi limitrofi.
Arlong inizia fin da subito la sua dittatura obbligando ogni singolo cittadino a pagare un corrispondente in denaro per aver salva la vita: 100.000 Berry gli adulti e 50.000 i bambini.
Per fortuna di Bellmer, quando Arlong giunge alla sua casa né Nami né Nojiko si trovano al suo interno. Genzo, consapevole dei problemi economici della famiglia, convince gli uomini pesce che essa vive da sola e non ha figlie. Le bambine, che nel frattempo sono giunte a casa, vengono nascoste e invitate dagli altri abitanti del villaggio a fuggire per sempre da Coco. Ma in quel momento Bellmer compie uno straordinario gesto di coraggio.
Afferma che i 100.000 Berry appena versati non sono per aver salva la sua vita ma per salvare quella delle sue uniche figlie, dimostrando che l’amore che prova per esse è più importante della sua stessa esistenza.
In seguito avviene una delle sequenze più strazianti e commuoventi dell’intero manga: Bellmer viene uccisa da Arlong dinanzi agli occhi delle sue figlie appena salvate per dare l’esempio di non ribellarsi a lui.
Questa scena colpisce Nami nell’animo. Da quel giorno decide che nessuno dovrà più soffrire a causa sua e per far ciò, bloccando una ribellione sul nascere, fa un enorme sacrificio: decide di diventare la cartografa dell’assassino di sua madre. Si fa tatuare il segno della sua appartenenza alla banda di Arlong sul braccio e stipula un contratto con quest’ultimo: se riuscirà a procurargli 100 milioni di Berry lui le venderà il villaggio che così sarà libero.
Da quel momento, per 8 lunghissimi anni pieni di sofferenze, il suo scopo è stato quello di derubare gli stessi pirati dei loro bottini (che prima dell’incontro con Rufy considerava individui brutali e senza cuore) per racimolare al più presto la cifra stabilita.
Da segnalare l’evento del tatuaggio della sorellastra Nojiko, fatto per cercare di tirare su Nami dall’orrido segno che aveva sul braccio: questo la segnerà per il tatuaggio futuro rappresentante le sue origini.